Promosso da Fondamente per la serie "I consiglieri Comunali ci raccontano", il 15 novembre 2013 presso la Casa dei Mori in Campo dei Mori a Venezia (http://goo.gl/maps/pVUgO ) è stato organizzato l'incontro con il consigliere comunale di Venezia Beppe Caccia della lista "In Comune" che ci ha raccontato la sua attuale esperienza in Consiglio Comunale nonchè la sua precedente attività di Assessore/amministratore nella Giunta Comunale di Venezia, in una biografia sia di attività politica che personale, che abbraccia un arco di tempo più che ventennale nonostante l'ancor giovane età: un interessantissimo excursus/promemoria storico delle attività politiche e istituzionali del Comune di Venezia e nel Comune di Venezia espresso con lucidità e chiarezza.
Ecco in sintesi alcuni argomenti trattati in una prospettiva
temporale di medio/lungo periodo come affermato dallo stesso Giuseppe Caccia per
inquadrare meglio nei suoi discorsi la situazione sociale e politica attuale e
la sua attività, a cominciare dalla passione per la politica maturata sin dalla
frequentazione Liceale e poi Universitaria nei movimenti sociali.
Iniziale esperienza anti istituzionale nel movimento per la
pace, nel movimento anti nucleare e nella solidarietà internazionale.
Fondatore di una radio di movimento e poi di radio Sherwood;
esperienza dei centri sociali autogestiti nei periodi tra Seattle e Genova
contro la guerra in Iraq tra gli anni 1999/2004.
Da queste esperienze nasce l’impegno istituzionale
attraverso il dibattito attorno all’autogoverno delle comunità che scaturiva
dall’insurrezione Zapatista nel Messico del 1994, soprattutto di fronte alla vicenda
leghista secessionista.
Dal primo mandato di Sindaco a Cacciari prima con il
movimento dei Sindaci e poi del Nord Est, tra il 1996/1998 si è provato a
declinare il tema del Federalismo e delle autonomie in chiave democratica
cercando di non lasciare questi temi preda della propaganda della Lega e dei
movimenti secessionista radicali.
Quindi a metà degli anni ’90 incontro con Gianfranco Bettin
con in comune la ricerca di nuove forme di wellfare per arginare alcune forme
di marginalità/devianza sociale che avevano causato parecchie morti per
overdose e la diffusione dell’Hiv (AIDS): con il centro sociale Rivolta
politiche di riduzione del danno in chiave antiproibizionista, ma affermando
un’indipendenza dal consumo delle drogheèistituzione degli
operatori di strada.
Quindi attività politica fondamentalmente finalizzata a 2
obiettivi: 1) Federalismo e Autonomie; 2) costruzione dal basso di nuove forme
di wellfare in risposta alle contraddizioni sociali.
A questo punto nasce la candidatura di Giuseppe Caccia
prodotta da una discussione collettiva e non da una scelta completamente
individuale, una sfida insomma.
Continuando nell’excursus cronologicamente dopo
l’interruzione a metà mandato della giunta Cacciari nasce la candidatura di
Costa a Sindaco, candidatura considerata indigeribile e qui viene costituito il
cosiddetto polo RossoVerde e la lista civica “Città Nuova”.
In questo periodo tra il 2001 e il 2005 Giuseppe Caccia è
assessore alle Politiche Sociali e ai rapporti con il Volontariato. In questa
amministrazione si compiono anche delle opere importanti come per esempio il
parco urbano più grande d’Europa (parco di San Giuliano), la ricostruzione del
teatro La Fenice, ma la Giunta Costa non affronta l’argomento cruciale di chi decide in questa città, di
quali sono i reali poteri forti e quindi attraverso queste contraddizioni
irrisolte si arriva alla disastrosa vicenda Cacciari/Casson in cui vi è una
netta chiusura delle nomenclature di partito per le prime primarie e per le
nuove elezioni: dal polo Rosso verde fu scelta la candidatura di Casson per le
sue battaglie giudiziarie.
Furono quindi attuati alcuni meccanismi di commissariamento
portati tutti da una logica emergenziale su molte questioni (vedi il Lido)
sottraendo pezzi di democrazia: questi commissariamenti, alcuni effetti vigenti
tuttora, non si riescono a smontare facilmente, è molto faticoso per alcuni
vincoli legislativi.
Alla domanda di Giampietro Pizzo che chiede a Beppe Caccia
se si sente ingabbiato attualmente come consigliere e prima come amministratore
in questi meccanismi di potere, Beppe Caccia risponde in maniera molto
articolata facendo notare come è necessario analizzare queste problematiche in
prospettive più ampie: le amministrazioni comunali sono profondamente mutate
negli ultimi 15 anni e bisogna affrontare questo argomento con un ragionamento
sui nessi amministrativi completamente diversi che sono stati stabiliti per
esempio con l’introduzione dell’elezione diretta dei Sindaci stimolata dalla
crisi della prima Repubblica attorno agli anni 1991/1993.
Cito: come la pianificazione statale precedente stava al
fordismo così i nessi amministrativi e l’organizzazione del governo a livello
locale sta alle reti produttive territorializzate del post fordismo.
In questa fase nasce e matura la critica alla
globalizzazione neo liberista, al WTO, al Fondo Monetario Internazionale:
nascono esperienze di autogoverno locale e le capacità di far rete: viene
citata la “Carta dei diritti dell’uomo nelle Città” di Barcellona 1998 cui ha
aderito Venezia assieme ad altre 40 città.
Invece in Italia l’80% dei costi dei vincoli del patto di
stabilità Europea son stati fatti pagare alla finanza locale.
In particolare Venezia fino a qualche anno fa godeva di
grossi introiti da Casinò e legge speciale: Casinò sino a 107 milioni di euro
l’anno cioè il costo complessivo del welfare sociale, più 50/60 milioni l’anno
dalla legge speciale; questo piatto ricco di risorse consentiva politiche di
ridistribuzione avanzate e costruzione di servizi innovativi, ora invece oltre
alla mancanza di questi introiti, le politiche di finanza pubblica hanno anche
la valenza negativa che ahnno a che fare con i vincoli e quindi sono ridotti i
margini effettivi di autogoverno locale perché sei anche condizionato su come e
dove devi spendere i danari pubblici, puoi spendere solo in una determinata
direzione.
A tutto questo si
aggiunge a Venezia lo storico problema: quali sono i poteri reali e qual’è la
sovranità effettiva, vi è qualche tacito scambio?!
Continuando con la citazione del filosofo Francese Etienne
Balibar e le sue riflessioni sulla definita “cittadinanza insorgente”, vengono
poste altre domande a Beppe Caccia cui segue un interessante dibattito che si
invita ad ascoltare nella video registrazione completa dell’incontro postata qui qui seguito.
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