martedì 3 dicembre 2013

I consiglieri Comunali di Venezia ci raccontano: Beppe Caccia (Lista “In Comune”), quarto incontro.


Promosso da Fondamente per la serie "I consiglieri Comunali ci raccontano", il 15 novembre 2013 presso la Casa dei Mori in Campo dei Mori a Venezia (http://goo.gl/maps/pVUgO ) è stato organizzato l'incontro con il consigliere comunale di Venezia Beppe Caccia della lista "In Comune" che ci ha raccontato la sua attuale esperienza in Consiglio Comunale nonchè la sua precedente attività di Assessore/amministratore nella Giunta Comunale di Venezia, in una biografia sia di attività politica che personale, che abbraccia un arco di tempo più che ventennale nonostante l'ancor giovane età: un interessantissimo excursus/promemoria storico delle attività politiche e istituzionali del Comune di Venezia e nel Comune di Venezia espresso con lucidità e chiarezza.
Ecco in sintesi alcuni argomenti trattati in una prospettiva temporale di medio/lungo periodo come affermato dallo stesso Giuseppe Caccia per inquadrare meglio nei suoi discorsi la situazione sociale e politica attuale e la sua attività, a cominciare dalla passione per la politica maturata sin dalla frequentazione Liceale e poi Universitaria nei movimenti sociali.
Iniziale esperienza anti istituzionale nel movimento per la pace, nel movimento anti nucleare e nella solidarietà internazionale.
Fondatore di una radio di movimento e poi di radio Sherwood; esperienza dei centri sociali autogestiti nei periodi tra Seattle e Genova contro la guerra in Iraq tra gli anni 1999/2004.
Da queste esperienze nasce l’impegno istituzionale attraverso il dibattito attorno all’autogoverno delle comunità che scaturiva dall’insurrezione Zapatista nel Messico del 1994, soprattutto di fronte alla vicenda leghista secessionista.
Dal primo mandato di Sindaco a Cacciari prima con il movimento dei Sindaci e poi del Nord Est, tra il 1996/1998 si è provato a declinare il tema del Federalismo e delle autonomie in chiave democratica cercando di non lasciare questi temi preda della propaganda della Lega e dei movimenti secessionista radicali.
Quindi a metà degli anni ’90 incontro con Gianfranco Bettin con in comune la ricerca di nuove forme di wellfare per arginare alcune forme di marginalità/devianza sociale che avevano causato parecchie morti per overdose e la diffusione dell’Hiv (AIDS): con il centro sociale Rivolta politiche di riduzione del danno in chiave antiproibizionista, ma affermando un’indipendenza dal consumo delle drogheèistituzione degli operatori di strada.
Quindi attività politica fondamentalmente finalizzata a 2 obiettivi: 1) Federalismo e Autonomie; 2) costruzione dal basso di nuove forme di wellfare in risposta alle contraddizioni sociali.
A questo punto nasce la candidatura di Giuseppe Caccia prodotta da una discussione collettiva e non da una scelta completamente individuale, una sfida insomma.
Continuando nell’excursus cronologicamente dopo l’interruzione a metà mandato della giunta Cacciari nasce la candidatura di Costa a Sindaco, candidatura considerata indigeribile e qui viene costituito il cosiddetto polo RossoVerde e la lista civica “Città Nuova”.
In questo periodo tra il 2001 e il 2005 Giuseppe Caccia è assessore alle Politiche Sociali e ai rapporti con il Volontariato. In questa amministrazione si compiono anche delle opere importanti come per esempio il parco urbano più grande d’Europa (parco di San Giuliano), la ricostruzione del teatro La Fenice, ma la Giunta Costa non affronta l’argomento  cruciale di chi decide in questa città, di quali sono i reali poteri forti e quindi attraverso queste contraddizioni irrisolte si arriva alla disastrosa vicenda Cacciari/Casson in cui vi è una netta chiusura delle nomenclature di partito per le prime primarie e per le nuove elezioni: dal polo Rosso verde fu scelta la candidatura di Casson per le sue battaglie giudiziarie.
Furono quindi attuati alcuni meccanismi di commissariamento portati tutti da una logica emergenziale su molte questioni (vedi il Lido) sottraendo pezzi di democrazia: questi commissariamenti, alcuni effetti vigenti tuttora, non si riescono a smontare facilmente, è molto faticoso per alcuni vincoli legislativi.
Alla domanda di Giampietro Pizzo che chiede a Beppe Caccia se si sente ingabbiato attualmente come consigliere e prima come amministratore in questi meccanismi di potere, Beppe Caccia risponde in maniera molto articolata facendo notare come è necessario analizzare queste problematiche in prospettive più ampie: le amministrazioni comunali sono profondamente mutate negli ultimi 15 anni e bisogna affrontare questo argomento con un ragionamento sui nessi amministrativi completamente diversi che sono stati stabiliti per esempio con l’introduzione dell’elezione diretta dei Sindaci stimolata dalla crisi della prima Repubblica attorno agli anni 1991/1993.
Cito: come la pianificazione statale precedente stava al fordismo così i nessi amministrativi e l’organizzazione del governo a livello locale sta alle reti produttive territorializzate del post fordismo.
In questa fase nasce e matura la critica alla globalizzazione neo liberista, al WTO, al Fondo Monetario Internazionale: nascono esperienze di autogoverno locale e le capacità di far rete: viene citata la “Carta dei diritti dell’uomo nelle Città” di Barcellona 1998 cui ha aderito Venezia assieme ad altre 40 città.
Invece in Italia l’80% dei costi dei vincoli del patto di stabilità Europea son stati fatti pagare alla finanza locale.
In particolare Venezia fino a qualche anno fa godeva di grossi introiti da Casinò e legge speciale: Casinò sino a 107 milioni di euro l’anno cioè il costo complessivo del welfare sociale, più 50/60 milioni l’anno dalla legge speciale; questo piatto ricco di risorse consentiva politiche di ridistribuzione avanzate e costruzione di servizi innovativi, ora invece oltre alla mancanza di questi introiti, le politiche di finanza pubblica hanno anche la valenza negativa che ahnno a che fare con i vincoli e quindi sono ridotti i margini effettivi di autogoverno locale perché sei anche condizionato su come e dove devi spendere i danari pubblici, puoi spendere solo in una determinata direzione.
 A tutto questo si aggiunge a Venezia lo storico problema: quali sono i poteri reali e qual’è la sovranità effettiva, vi è qualche tacito scambio?!
Continuando con la citazione del filosofo Francese Etienne Balibar e le sue riflessioni sulla definita “cittadinanza insorgente”, vengono poste altre domande a Beppe Caccia cui segue un interessante dibattito che si invita ad ascoltare nella video registrazione completa dell’incontro postata qui qui seguito.


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