sabato 3 ottobre 2009

Il metodo fa la differenza

Il documento programmatico “Venezia metropoli sostenibile” presentato pubblicamente sabato scorso ha messo in fibrillazione più di un partito politico. Qualcuno sembra preoccupato per il carattere trasversale della proposta, qualcun altro perché con questa iniziativa – si dice – si mette in discussione il primato dei partiti nell'avanzare autonome piattaforme politiche.
Io credo invece che entrambi questi caratteri – trasversalità e autonomia dell'iniziativa politica – debbano essere accolti con favore, perché costituiscono novità sostanziali nel panorama politico e istituzionale veneziano.
Cominciamo dall'eterogeneità dei promotori e degli aderenti a questa proposta. Si tratta – è vero – di persone molto diverse quanto a storia politica, a profilo professionale e ad età anagrafica. Alcuni hanno fatto o fanno attività politica, dentro e fuori dei partiti; altri hanno partecipato negli ultimi anni alla vita associativa cittadina. Se davvero si vuole rimettere in moto un discorso politico, trasparente, positivo e dinamico, questo carattere di biodiversità costituisce un valore, non certo un difetto. A chi dice che tutto questo aumenta il grado di confusione, vale la pena ribattere che la confusione la creano coloro che ogni giorno alimentano il gossip cittadino riempiendo i giornali di vuote discussioni o aggiungendo un ennesimo nome alla lunga lista del toto-sindaco.
Quanto all’autonomia di questa iniziativa, un primo risultato è già stato raggiunto: ha provocato una forte accelerazione alla discussione interna alle segreterie dei partiti e sparigliato le carte dei notabili e degli “influenti” nostrani.
Vale la pena ricordare, a chi purtroppo ha dimenticato cosa deve essere la politica, che la società civile è di per sé autonoma: se questa si rende conto che l'apparato dei partiti è dormiente e povero di proposta politica, non può abdicare alle sue responsabilità ma deve prendere l’iniziativa. Per questo, stimolare un rinnovato dialogo, anche all'interno dei partiti, è una prerogativa irrinunciabile per una società politica viva.
Perché qualcuno dovrebbe averne paura? Perché non si dovrebbe accettare un dibattito aperto ma serrato, diretto ma civile, in grado di leggere con occhi nuovi la società veneziana, i suoi bisogni e le sue sfide?
Con la presentazione di questo documento, è stato proposto un percorso di discussione che chiama al contributo di tutti – partiti, associazioni e individui – per verificare se una sintesi di qualità è producibile, nonostante e contro le lobbies organizzate e gli interessi conservatori.
Quello che conta è la discussione sulle idee, sulle soluzioni, sulle fattibilità e sulla coerenza di quanto contenuto in questa proposta. E' un punto di inizio non di arrivo; molto può essere emendato, integrato, migliorato. Chiamiamo tutti a partecipare a questo fatto politico.
La novità di questo metodo deve però essere gelosamente custodita. E allora, per rispetto dei molti che hanno aderito, non si dica continuamente che sono i “grandi vecchi” a manovrare la nave, come se i più fossero solo degli utili idioti disposti ad essere massa di manovra delle strategie di pochi consumati strateghi. Certo, chi è convinto che la politica non sia altro che l'arte del manovrare, condendo astutamente il tutto con una buona dose di retorica, non può neppure concepire che forme nuove di partecipazione e di elaborazione politica possano apparire e consolidarsi.
Sia chiaro: vogliamo che nei prossimi mesi questo sia un dibattito davvero aperto, e non un semplice escamotage per strappare un briciolo di potere di negoziazione alle segreterie di partito e agli apparati di sempre.
Per questo occorre segnare con chiarezza chi sono i veri interlocutori di questa proposta. Vogliamo rivolgerci innanzitutto a tutti quei cittadini che in questi anni hanno abdicato alla propria voce sociale e politica. In primis, ai giovani e a quanti tra loro che, non avendo mai sperimentato luoghi pubblici di dibattito e confronto, non credono che si possano riaprire autentici spazi di democrazia. Ci rivolgiamo ai “residenti non residenti”: cioè a coloro che in questa città vivono, lavorano, studiano; ci rivolgiamo ai senza voto, ai migranti, che contribuiscono a creare ricchezza ma sembrano pressoché invisibili.
Per parlare con i molti e diversi pezzi della società veneziana occorrono forme e linguaggi nuovi. Non bastano i giornali e non bastano le assemblee pubbliche e gli incontri formali. Bisogna poter mettere in campo strumenti di comunicazione e di incontro meno lontani e più diretti; bisogna ritrovare e far ritrovare la passione della politica; bisogna parlare non solo agli interessi ma anche ai sogni e ai desideri delle persone.
Questa è politica cittadina, altrimenti rimane solo la cinica contabilità delle corporazioni e degli interessi personali di chi si occupa della cosa pubblica.
Venezia metropoli sostenibile vuole assumere questa sfida.
Se riusciremo a interpretare la domanda di nuova politica che viene dalle molte comunità e culture cittadine, se sapremo rendere libero, aperto e intelligente il dibattito politico, allora le elezioni comunali del 2010 rappresenteranno davvero un appuntamento di novità.
Allora anche i partiti e i politici di professione non potranno fare finta di niente e uno scenario inedito potrà aprirsi. Il progetto politico troverà naturalmente la propria strada: la definizione delle alleanze; il rapporto tra i partiti organizzati e i movimenti associativi; il candidato sindaco inteso non come dominus ma come garante del programma, e supportato da una squadra in grado di interpretare competenze, sensibilità e culture diverse e complementari.
Venezia può tornare ad essere un autentico laboratorio politico, perché la sua storia e vitalità non si possono esaurire nella sterile riproduzione delle attuali forme politiche. Queste pratiche sono ormai logore e improponibili.
Per questo la partecipazione politica deve essere effettiva e senza pregiudizi, senza retorica né luoghi comuni, senza deleghe e senza capibastone. Provare in questo momento non costa nulla ma può dare interessanti risultati.


Giampietro Pizzo