domenica 21 ottobre 2012

La Notte di Valpurga della Politica

La lunga crisi che attraversa la Politica spinge spesso gli animi curiosi e inquieti a interpretare qualunque segnale - sia pur lieve - come foriero di cambiamento e di rinnovamento. Ecco allora che le cronache politiche nostrane sono spesso costellate di annunci sugli “omini novi” che dovrebbero fare uscire questo povero e bistrattato Paese dalle paludi dell’inerzia, della conservazione e del malaffare. Omini novi di ogni colore e di ogni età, a destra, a sinistra e al centro? Ma è proprio così? Chiediamo aiuto a un tedesco che la sapeva lunga sui mali della sua epoca e che – per fortuna – non ha mai smesso le armi di una sana e vitale ironia per rappresentare la propria società e i propri simili: stiamo parlando di Johann Wolfgang von Goethe. Ecco come classifica i Politici nel Faust (intermezzo della Notte di Valpurga):
GLI AGILI – “Sans souci” si chiamano i giocondi componenti di questa schiera. Visto che sui piedi non si fa strada, camminiamo colla testa in giù. GLI INETTI – In passato siam riusciti a sbafare qualche boccone, ma adesso, alla grazia di Dio! A forza di ballare le suole son bucate e camminiamo sulle nude piante. I FUOCHI FATUI – Veniam dai pantani, donde infatti traemmo origine. Ma eccoci qui sul ballo luminosi e servizievoli. LA METEORA – Son piombata fulminea dall’alto tra gran luce di stelle e di fiamme. Ma eccomi qui in mezzo all’erba. Chi mi dà una mano per rimettermi in piedi? GLI UOMINI DELLE MASSE – Fate largo! Fate largo tutt’intorno! Calpestate son le erbette. Arrivan questi spiriti, che, benché spiriti, son massicci e pesanti.
Ecco il Vacuo Nuovismo degli AGILI funamboli che popolano il nostro Parlamento e che riempiono ossessivamente gli studi televisivi. Sono folla gli INETTI nella storia italica: “o Franza o Spagna, purché se magna”. E oggi, poveretti, vessati dai tagli ai costi della Politica, si ritrovano a piangere sui bei tempi andati e a lamentarsi per la triste sorte riservata alla loro professione di scaldapoltrone. I FUOCHI FATUI, reiterano le medesime lettere del neo-Fascismo della Fiamma tricolore. Oggi quegli egregi parvenus sono al “servizio” delle Istituzioni. Signori luminosi e servizievoli. Tanto servizievoli da non potersi/volersi sottrarre ai loro doveri costituzionali di presidenti, parlamentari, deputati, ministri, eccetera, eccetera. Ecco ancora il leader che, come METEORA, cala dall’alto, splende d’intensa luce, ma inesorabilmente precipita. Invano chiederà aiuto per rialzarsi ai disattenti cittadini elettori. Infine, intriganti e ambigui, si affacciano gli UOMINI DELLE MASSE. Travolgono e calpestano le cose del passato. Vorrebbero interpretare lo Spirito del Tempo, segnare la Storia. Ma, nonostante la loro pesantezza, finiscono col travolgere solamente l’erbetta! Sconfortante panorama quello del circo politico offerto dal Sublime Tedesco. Eppure, ahimé, sembra ancora così nell’anno di grazia 2012 in terra italica, mentre si vanno apparecchiando nuove elezioni politiche. A ciascuno di noi tocca riconoscere, in privato o in pubblico, nomi e ritratti di questi redivivi tipi politici: AGILI, INETTI, FUOCHI FATUI, METEORE e UOMINI DELLE MASSE. Con codesti specimen, si moltiplicheranno senz’altro le schiere di elettori assenti e trionferanno contra naturam i “meccanici” del Governo. Ma questa Notte di Valpurga della Politica avrà pur termine un giorno? Tornerà finalmente a splendere il sole di Maggio? GP

domenica 14 ottobre 2012

Animalia ad excludendum

Leggere tutti i giorni i quotidiani - e in particolare la cronaca politica - risveglia in me sopiti interessi zoologici. Così, a proposito di animali (e delle nostre comuni metafore letterarie), vorrei: Un'Italia senza Gattopardi per il rispetto degli agili ed eleganti gattopardi/leopardi (i pochi veri che ancora scorrazzano per le savane africane). Un'Italia senza Iene per il rispetto di quelle, oneste e timide, che vivono e girovagano a sud del tropico del Cancro. Un'Italia senza Elefanti per il rispetto di quelli che, in carne ed ossa, hanno bisogno di spazio e non sono per nulla invadenti. Un'Italia senza avvoltoi né condor, perché ne ho visti di bellissimi sulle Ande (e non si capisce che cosa ci stiano a fare a Roma o a Venezia). Un'Italia senza parassiti - piccoli o grandi - perché sfruttano e rovinano la nostra vita; del resto, per quei microbi non ho certo rispetto, né qui né altrove, quando fisicamente uccidono in giro per il mondo. Vorrei invece (pia illusione?): Un'Italia con qualche volpe in più sull'Appennino, ma lontano, per favore, dai Palazzi del Potere. Un'Italia con qualche Leone vero, a difendere gli interessi degli umili e degli sfruttati: felini regali capaci di ruggire quando gli ipocriti si fanno insistenti e i codardi massa. E vorrei ancora e sopra tutto: un'Italia con molte donne e con molti uomini normali; persone che qui, come nel resto del mondo, vogliono vivere in pace e in giustizia e non ne possono più di alcuni propri simili che lordano il mondo e fanno vergognare il consorzio umano. Immagino così, ingenuamente, una piccola zoologia fantastica - ancora tutta da completare! -, che ci faccia vivere meglio e che ci aiuti, senza pretese, a rinnovare la nostra comune biologia politica. (GP) PS: mi scuseranno gli amici animalisti per queste zoo-esclusioni, ma alle nostre latitudini, si sa, possono comodamente stare ben altri animali, forse meno dannosi e certamente meno metaforici.