sabato 9 gennaio 2010

Il senso della Politica

Stasera, all’incontro di Favaro sul Quadrante di Tessera, ho pensato e ho sentito quanto la politica sia importante nella nostra vita.
Non è retorica. Non è esagerazione.
Molti anni fa – era il 1984 – in una calda serata di giugno, un signore, minuto e secco, lasciava, a tutti coloro che erano in quella piazza e ai molti che lo avrebbero rivisto, nei giorni successivi, sui giornali e per televisione, e ancora, negli anni a venire, nei mille documentari che hanno riprodotto e narrato quel momento, un messaggio: “la politica è qualcosa per cui vale la pena di spendere la propria vita”.
Sembra retorica, oggi, dire questo. Sembra esagerato, quasi falso, banalmente mediatico, oggi, dire questo. Eppure, quella sera – e nessuno di noi, ventenni, che eravamo in quella piazza poteva davvero immaginare che si trattasse di un testamento ideale – tornando a Venezia, ci interrogammo sul senso di quelle parole.
Parole dette da un uomo sulla sessantina, che ci era sempre apparso secco, quasi arido nel parlare. Un po’ burocrate nell'aspetto; senz’altro un funzionario di partito.

Chissà perché ricordo ora quel momento, che ha segnato la mia biografia e la storia di questo nostro amato e difficile Paese?
Ma no – mi è chiaro - lo ricordo perché oggi ho avvertito, fra la tanta gente che affollava la piccola sala del consiglio del Municipio di Favaro, un sentimento collettivo autentico e non banale.
Ho sentito che la Politica è fatto collettivo; è energia di molti dedicata al bene comune; è capacità di ragionare sulle scelte del presente guardando al futuro; è senso pratico e organizzato di sapere che le Istituzioni siamo noi cittadini, nel bene e nel male.
Non sono un ingenuo. E insisto: tutto questo non è trita retorica.
A Favaro, questa sera, abbiamo ragionato di procedure, di varianti urbanistiche, di destinazione d’uso. Cose tecniche ed aride – direbbero i più. Eppure, negli occhi di chi ascoltava e di chi parlava, non trapelava né noia né “professione”. Era passione ed interesse per la nostra vita cittadina e comune.
Se penso a cosa dovrebbe e dovrà essere la nuova e buona Politica, oggi penso a questo. E’ partecipazione; è controllo sociale; è informazione responsabile; è pragmatico senso del vivere in società. E’ fare comunità dentro e fuori delle istituzioni pubbliche (luoghi riappropriati, non delegati, rivissuti).
Se penso a cosa dovrebbe e dovrà essere la nuova e buona Politica, stasera penso a quella piazza di Padova, nel 1984, e a quell’uomo, che ha segnato la mia vita e la vita di tanti come me.

Giampietro

3 commenti:

Vito Simi de Burgis ha detto...

Scusa dell'ignoranza Giampietro, quel signore era per caso Natta?
Grazie

Unknown ha detto...

no, era Berlinguer.

Vito Simi de Burgis ha detto...

Il fatto che tu non l'abbia nominato mi creò il dubbio su Natta!