giovedì 16 maggio 2013

Venezia. Ordinanza comunale: "E' iniziata la bella stagione!"

A Venezia ci si comporta come nell'esercito di una volta: quando arriva la bella stagione si cambia la divisa. Punto.
Per questo oggi, di fronte a cotanta tempesta, le passerelle, che normalmente permettono il transito anche con l'acqua alta, non erano disponibili
- così mi hanno spiegato -  perché "è iniziata la bella stagione".
Il risultato è stato che in Lista di Spagna (per i non veneziani, stiamo parlando dell'unica strada di accesso che collega la città alla stazione ferroviaria e a Piazzale Roma) si è formato un vero e proprio imbottigliamento di persone che non avevano alcun modo di avanzare, né in entrata né in uscita.
Gli unici a godere di questa situazione di disagio sono stati i baracchini che assediano quel tratto di via e che hanno così realizzato ottimi guadagni vendendo stivali e altre amenità impermeabili.
Si tratta dell'ennesima difficoltà in una città che fatica già troppo tutti i giorni a vivere e a lavorare. Una città che è sempre più una mucca turistica da mungere, usata e strumentalizzata solo per fare soldi. Ma i soldi li fanno sempre gli stessi: i grossi pescecani e i piccoli e medi senza scrupoli. Così anche in Lista di Spagna, mentre la gente non sapeva come uscire da una situazione di paralisi, qualcuno ne ha approfittato.
Vale la pena aggiungere che i due pseudo-negozi (dei veri container), che da anni ostruiscono il Rio Terà a fianco dell'Hotel Continental vendendo ogni sorta di inutilità e brutture, rendono di fatto inagibile il Campo che si apre proprio lì dietro. Uno spazio aperto (dotato di panchine!) preziosissimo per decongestionare quel punto ad altissimo carico di passaggio.
Se l'Amministrazione Comunale usasse il buon senso, sposterebbe immediatamente quegli orrendi container di paccottiglia. Ne guadagnerebbe la circolazione e la sicurezza - dato che in quel punto di fronte a qualsiasi problema di intasamento non c'è modo di mettere in sicurezza le persone - per non parlare dei cavi elettrici che liberamente penzolano dappertutto: la famosa sicurezza! Ma soprattutto senza quei due container in pieno centro storico sarebbe possibile depositare e lasciare a disposizione dei cittadini le passerelle per l'acqua alta, passerelle utilizzabili anche in situazioni eccezionali come oggi.
Forse è troppo chiedere, perché l'Amministrazione Comunale di Venezia preferisce usare la ferrea logica militare e opporsi caparbiamente alle bizze metereologiche. Già, perché per il Sindaco Orsoni è il clima che si deve piegare ai regolamenti comunali e non viceversa.
Speriamo comunque che il buon senso dei cittadini veneziani faccia presto cambiare idea agli amministratori. Oppure - e forse sarà più facile - i cittadini decidano di cambiare semplicemente gli amministratori. GP

domenica 5 maggio 2013

Un Governo automatico


Ricordate l'automa descritto da Walter Benjamin nella sua prima tesi di Filosofia della Storia? Ebbene il governo attuale ne è purtroppo una fedele riproduzione: Letta è il fantoccio, ma sotto, con un sistema neppure troppo illusorio di specchi, siede, provvisto di tutti gli strumenti del caso, un nano. Costui è un asso nel gioco delle manipolazioni e delle illusioni e guida per mezzo di fili mediatici e istituzionali la mano del burattino. Qualcosa di simile a questo congegno è quanto ci ha apparecchiato e servito nelle settimane scorse Re Giorgio I. Ma diversamente dalla Tesi di Benjamin non è il fantoccio a riportare la vittoria nella partita a scacchi ma inesorabilmente il nano B. E questo naturalmente sinché noi cittadini non ci decideremo a cambiare sia gioco che tavolo.

Spostando il dibattito sull'IMU e sulla riduzione delle imposte patrimoniali Berlusconi ha già dimostrato chi governerà il Paese nei prossimi mesi. La sua campagna elettorale si era svolta proprio all'insegna di questa delirante promessa: "votatemi e toglierò l'IMU".
Meno tasse sulla casa aiuta certo chi ha una casa o più case (grandi, piccole? monolocali o Palazzi?).
Ma come si aiuta chi non ha una casa, né un lavoro, né soddisfatti i diritti essenziali, i servizi di base? Un tempo per la Sinistra era chiaro che una politica anti-recessiva voleva dire prima di tutto più spesa pubblica, cioè più Istruzione, più Sanità, più aiuti ai deboli, più lavori e servizi pubblici. Ora nessuno parla più di questo con forza e autorità. Anzi molti si vergognano di usare questa parola: SPESA PUBBLICA.
E' purtroppo la conferma che in questo Paese la Sinistra è moribonda, o comunque gravemente malata. Prendiamone atto.
Per ricostruire una nuova stagione e una nuova visione della Società bisognerà rovesciare quel paradigma privatistico, competitivo e discriminatorio che in questi anni ha fatto breccia nelle nostre vite e nel nostro pensiero producendo enormi danni sociali ed etici.
Eppure la stessa società di mercato americana ha imparato la lezione e sta cominciando a invertire la rotta rispetto a quel modello che noi invece riceviamo e assimiliamo quotidianamente in dosi massicce dai media e dalle istituzioni.
Gli USA di Barak Obama hanno creato nel solo mese di aprile 165 mila posti di lavoro e il tasso di disoccupazione federale è tornato ai livelli precedenti alla crisi del 2008. All'opposto, in Italia continuiamo a occuparci della cosiddetta stabilità finanziaria mentre la disoccupazione non smette di crescere.
Rompere subito il Patto di Stabilità, dire no al Fiscal Compact (che come un vampiro succhierà 40 miliardi di risorse pubbliche preziose per l'economia italiana), rilanciare la ricerca, l'Università, i servizi pubblici essenziali con un Piano straordinario di investimenti, introdurre subito il reddito di cittadinanza. Le risorse? Ci sono, basta volerlo: solo la spesa militare italiana può contribuire senza ridurre gli organici con almeno 35 miliardi di euro (leggetevi l'ultima inchiesta de l'Espresso).
Su questo dovremo misurare nelle prossime settimane le proposte politiche di questo Governo. Il resto è solo placebo. E un placebo molto ma molto amaro.

giovedì 2 maggio 2013

Un sindaco che a Venezia (purtroppo) non sa far di conto

Leggo sul Gazzettino di oggi 1 maggio l'intervista al Sindaco Orsoni sul futuro assetto delle partecipate veneziane. Al di là dei ragionamenti sugli equilibri interni e sul ruolo politico delle nomine che saranno presto di dominio pubblico, considero molto offensivo il giudizio di Orsoni sulle candidature presentate. Il nostro Sindaco sembra mancare non solo di sensibilità politica (è un fatto di grande democrazia che moltissimi cittadini abbiano deciso di mettere a disposizione le loro competenze e il loro tempo) ma anche dei rudimenti di logica matematica. Liquidare 800 (ottocento!) candidature con uno sprezzante e offensivo giudizio: "sono sempre gli stessi", è inaccettabile. E' inaccettabile per qualsiasi Amministrazione Comunale d'Italia e lo è ancora di più a Venezia dove purtroppo i manager e i dirigenti di molte aziende comunali e territoriali non hanno certo brillato per bravura e capacità. Se un Sindaco non ha rispetto per i propri cittadini e per le regole elementari della Democrazia, allora è bene che faccia un altro mestiere. Del resto, da tempo, caro Sindaco Orsoni, siamo ormai in molti a pensare che tre anni fa abbiamo sbagliato a sostenerla immaginando che Lei fosse davvero intenzionato a far voltare pagina alla politica veneziana. Ci siamo sbagliati una volta. Ma non lo faremo di certo una seconda.
Nel mentre, speriamo che la notte le porti consiglio e che domani mattina si appresti a rettificare le sue dichiarazioni chiedendo formalmente scusa a tutti quei cittadini che con rettitudine e senso civico hanno presentato nelle settimane scorse la loro candidatura a seguito di una sua formale richiesta di disponibilità. Se questo invece le arrreca disturbo, le consiglio la prossima volta di astenersi da pubblicare Avvisi che portano la sua firma. Giampietro Pizzo