Qui di seguito la videoregistrazione dell'incontro svoltosi presso la Casa dei Mori effettuato con Vito Simi de Burgis che ha condotto un'introduzione scientificamente più appropriata e attuale alla lettura, allo studio ed interpretazione dei
lineamenti e delle fattezze dei volti umani, quella che comunemente viene denominata
Morfopsicologia termine coniato dallo psichiatra e studioso dott. Louis Corman.
Vito Simi de Burgis:
"La fisiognomica, ma soprattutto la morfopsicologia è una materia, uno studio che mi è sempre interessato e che secondo me al giorno d’oggi andrebbe ripreso e approfondito in maniera più diffusa e cosciente in quanto credo che possa costituire un valido aiuto come griglia interpretativa dell'essere umano attraverso un' idonea osservazione e “codifica” di alcuni "segni" di un volto.
Con una esplorazione di un volto umano, che deve essere assolutamente scevra da qualsiasi giudizio morale ed etico, possiamo essere in grado di intuire, evidenziare e distinguere non solo alcuni approcci comportamentali che altrimenti, solo ascoltando e/o esaminando discorsi e parole, ci possono sfuggire e/o ingannare, ma anche la reattività, la riflessività, la tonicità, l'atteggiamento affettivo, la perseveranza, la predisposizione ad un atteggiamento più attivo o più passivo nei confronti degli avvenimenti, la facoltà di concentrazione e/o di avere una notevole o ridotta/concentrata ampiezza di coscienza, e per finire l'energia di base che un individuo possiede e che viene più o meno utilizzata nel corso della vita a seconda delle stimolazioni che gli provengono dall'ambiente esterno più o meno favorevole in cui vive: in sostanza il volto umano non è solamente frutto dell'eredità genetica di un umano, ma si modfica e assume nel tempo a partire dalla nascita sino alla vecchiaia, assumendo ed evidenziando segni che senz'altro sono il risultato di forze che possono esprimersi sia sinergicamente, che in opposizione a quelle che potrebbero essere le nostre più intime aspettative e profonde esigenze.
Forze che sono di espansione/dilatazione e di retrazione, di istinto/pulsione alla vita o istinto di sopravvivenza, che, a seconda degli avvenimenti rinforzanti, più o meno siamo in grado di attivare.
Sin dagli albori della storia dell’umanità l’animale sociale che è l’uomo ha avuto la prima impressione, quella più dettagliata del riconoscimento di un altro individuo guardandolo negli occhi e nel volto e modulando in tal modo il proprio comportamento perlomeno a livello istintivo ed inconscio: ora si tratta di portare a livello più conscio certe informazioni che ci vengono date dall’osservazione dei volti altrui e in conseguenza prendere anche maggior consapevolezza delle modificazioni che al riguardo possono avere anche i nostri volti (sia a livello immediato mimico/espressivo, che a seconda del vissuto più intimo che noi attribuiamo a determinati eventi che ci riguardano e che "scavano","modellano" e "rinpolpano" i nostri connotati) e e relativi nostri comportamenti. Guardiamoci in faccia.
Vito Simi de Burgis:
"La fisiognomica, ma soprattutto la morfopsicologia è una materia, uno studio che mi è sempre interessato e che secondo me al giorno d’oggi andrebbe ripreso e approfondito in maniera più diffusa e cosciente in quanto credo che possa costituire un valido aiuto come griglia interpretativa dell'essere umano attraverso un' idonea osservazione e “codifica” di alcuni "segni" di un volto.
Con una esplorazione di un volto umano, che deve essere assolutamente scevra da qualsiasi giudizio morale ed etico, possiamo essere in grado di intuire, evidenziare e distinguere non solo alcuni approcci comportamentali che altrimenti, solo ascoltando e/o esaminando discorsi e parole, ci possono sfuggire e/o ingannare, ma anche la reattività, la riflessività, la tonicità, l'atteggiamento affettivo, la perseveranza, la predisposizione ad un atteggiamento più attivo o più passivo nei confronti degli avvenimenti, la facoltà di concentrazione e/o di avere una notevole o ridotta/concentrata ampiezza di coscienza, e per finire l'energia di base che un individuo possiede e che viene più o meno utilizzata nel corso della vita a seconda delle stimolazioni che gli provengono dall'ambiente esterno più o meno favorevole in cui vive: in sostanza il volto umano non è solamente frutto dell'eredità genetica di un umano, ma si modfica e assume nel tempo a partire dalla nascita sino alla vecchiaia, assumendo ed evidenziando segni che senz'altro sono il risultato di forze che possono esprimersi sia sinergicamente, che in opposizione a quelle che potrebbero essere le nostre più intime aspettative e profonde esigenze.
Forze che sono di espansione/dilatazione e di retrazione, di istinto/pulsione alla vita o istinto di sopravvivenza, che, a seconda degli avvenimenti rinforzanti, più o meno siamo in grado di attivare.
Sin dagli albori della storia dell’umanità l’animale sociale che è l’uomo ha avuto la prima impressione, quella più dettagliata del riconoscimento di un altro individuo guardandolo negli occhi e nel volto e modulando in tal modo il proprio comportamento perlomeno a livello istintivo ed inconscio: ora si tratta di portare a livello più conscio certe informazioni che ci vengono date dall’osservazione dei volti altrui e in conseguenza prendere anche maggior consapevolezza delle modificazioni che al riguardo possono avere anche i nostri volti (sia a livello immediato mimico/espressivo, che a seconda del vissuto più intimo che noi attribuiamo a determinati eventi che ci riguardano e che "scavano","modellano" e "rinpolpano" i nostri connotati) e e relativi nostri comportamenti. Guardiamoci in faccia.
In conclusione posso azzardare a dire a mo' di esempio e semplificando, che
una persona con un “grande viso” (il quadro con terminologia morfopsicologica, quindi con buona dose di
energia) in cui un maggior sviluppo del piano cerebrale (piano 1) associato ad
un altrettanto maggior sviluppo del piano istintivo/masticatorio/realizzatorio (piano
3) rispetto ad un minor sviluppo in percentuale del piano
intermedio/respiratorio/affettivo (piano 2) con i recettori oculari piuttosto
vicini e convergenti, possiede in generale buone capacità manageriali e di
gestione finalizzate specialmente al conseguimento concreto di uno scopo
prefissato, mentre una persona ugualmente con un grande viso che abbia i tre
piani del viso e quindi anche quello respiratorio in simile espansione percentuale
e con i recettori oculari più
distanziati, può ugualmente esprimere ottime capacità manageriali/realizzative
rispetto ad uno scopo, tenendo però maggiormente conto dell’ambiente che lo
circonda e conseguentemente delle possibili mutue relazioni che si possono
instaurare, in poche parole “ha naso”, può attuare un atteggiamento più affettivo e sente di più l’ambiente circostante
coinvolgendolo maggiormente, anche se sacrificando leggermente e quindi ponendo in
minor rilievo, diciamo in secondo piano, lo stretto conseguimento dello scopo
pratico prefissato.
Iniziamo a studiare i visi e le loro evoluzioni per sapere
anche chi e come andremo a scegliere i
nostri prossimi rappresentanti politici basandoci non solamente sulle parole,
sulle dichiarazioni d’intenti e sui discorsi che vengono e verranno pronunciati. Sulla pagina di questo blog http://vitosideb.wordpress.com/2014/05/22/guardiamoci-in-faccia-introduzione-alla-lettura-dei-volti/ vi è il link da cui potete scaricare il file delle diapositive presentate all'incontro."
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