Avvicinandoci alla prossime Elezioni Europee del 25 maggio 2014, pubblichiamo l'interessante analisi e le considerazioni sulle recenti elezioni tenutesi in Germania nello scorso settembre 2013 espresse dalla prof. Susanne Kuby durante l'incontro da noi organizzato svoltosi presso la Casa dei Mori (https://maps.google.it/maps/ms?msid=204965052381782338998.0004de7d427395bca534e&msa=0 ) immediatamente dopo l'uscita dei risultati stessi:
"Nessuna
alternativa ovvero Keine Experimente!
Se le elezioni
potessero cambiare l’assetto del potere sarebbero proibite: questo detto popolare si è
dimostrato di nuovo fondato lo scorso 22 settembre 2013 quando 61,8 milioni di
tedeschi si sono recati alle urne per eleggere il nuovo Parlamento, il
Bundestag, al quale
spetterà poi l’elezione del nuovo Governo federale.
Il risultato
finale: la maggioranza di 319 seggi dei tre partiti che siedono a sinistra
della CDU/CSU (311
seggi) non modificherà le previsioni che davano ancora vincente la Cancelliera
Merkel, anche se al momento non si sa ancora con chi governerà.
Questo è
dovuto al fatto che la SPD
continua a escludere a priori la sinistra ex-comunista, la cosiddetta
LINKE, come possibile partner politico e sembra non aver ancora capito - in ben 100 anni
di arrugginito anticomunismo - che ciò costituisce ancor oggi il vero handicap
politico per un’eventuale prospettiva di alternanza governativa “a sinistra”.
Una ipotesi
lontana prescindendo anche dal fatto che la SPD di Schröder e Steinbrück ha realizzato la
trasformazione neoliberale decisiva per l’assetto economico su cui oggi si basa gran
parte del consistente surplus tedesco! Come pure il progetto di estendere a livello
europeo l’Agenda 2010 all’Agenda 2020, elaborata con la Francia, per garantire in futuro la
competizione con i paesi BRIC sul mercato mondiale applicando un’ulteriore“moderazione
salariale”.
Poiché fin
dall’inizio era improbabile una svolta verso una maggioranza SPD con i Verdi con un Peer
Steinbrück Cancelliere, non restava agli elettori tedeschi che la seguente “scelta”:
votando CDU/CSU o FDP o Verdi o SPD sarebbe sempre risultata una coalizione con
Angela Merkel Cancelliera.
17, 8 milioni
di elettori (28,5 %) hanno declinato l’invito e disertato le urne non sentendosi più
rappresentati per svariati motivi in questo sistema elettorale.
La
partecipazione al voto (71,5 %) è stata più alta rispetto alle regionali, nelle
quali vota ormai solo un
60-65 % degli aventi diritto. Ma dei 44 milioni che sono andati alle urne ca.7 milioni
di elettori (circa un 16%) non saranno rappresentati avendo dato il loro voto a dei partiti
(in tutto una trentina) che non hanno superato la soglia di sbarramento del 5% (come la FDP, la nuova AfD, i Pirati, la NPD e altri minori).
Ciò significa
che ca. 25 su quasi 62 milioni di elettori restano alla porta e le preferenze dei restanti
37 milioni di votanti si dividono quasi a metà tra la Unione di CDU/CSU (con il 42 %
che scende ad appena il 30% se rapportato al numero effettivo degli aventi diritto!) e il
42,7% quale somma di SPD (25,7%), LINKE/Sinistra (8,6 % ) e GRÜNE/Verdi
(8,4%).
Il “trionfo
della regina Merkel” - sbandierato dai massmedia pressoché tutti omologati - si basa dunque
sul voto diretto di meno di un terzo degli elettori tedeschi complessivi.
Che la CDU sia stata beneficiata
dall’uscita dal parlamento dei liberali della FDP (è la prima volta
che accade!) - finora con essa in coalizione di governo - costituisce il principale
cambiamento dello scenario partitico, ma si considera già come una vittoria di Pirro. Il
crollo dei liberali del 10% ad un insufficiente 4,7% ha incrementato anche la euroscettica
AfD (Alternative für Deutschland) di recente formazione, che solo per poco non ha raggiunto
il 5 % e che condizionerà il nuovo governo soprattutto in vista delle prossime
elezioni europee, dove il quorum scende al 3%. Ambedue FDP e AfD sono espressioni
dirette degli interessi differenziati del grande capitale finanziario e
industriale che gioca un
ruolo decisivo in Germania e che condiziona fortemente la Cancelliera con la faccia
pulita della massaia tanto brava a tener in ordine i conti di casa, che - a
detta sua - di sera
cucina volentieri una minestra di patate per il marito.
In una campagna
elettorale autoreferenziale e noiosa, dalla quale sono rimaste eluse le pressanti
tematiche riguardanti l’assetto economico e politico europeo e il conseguente ruolo presente
e futuro della Germania, i due partiti maggiori hanno puntato tutto sui due candidati alla
Cancelleria, Merkel e Steinbrück, che per quattro anni - dal 2005 al 2009 - avevano
collaborato nella “grande coalizione” gestendo insieme la fase acuta della
“crisi” economica,
imponendo il salvataggio delle banche tedesche e pretendendo la risposta politica
dell’austerità all’interno del paese e in particolare in Europa. La proclamata svolta “a
sinistra” di Steinbrück ex-Ministro delle Finanze di Merkel, ora in difesa dei poveri -
risultato della sua precedente politica -, era poco convincente. Infatti la SPD è aumentata solo
di un fisiologico 2,5 % rispetto al 2009, quando aveva già pagato la precedente
svolta a destra perdendo oltre l’11% (dal 34, 2 (2005) al 23%). E non vuole ripetere
l’esperienza di essere schiacciato un’altra volta.
La formazione
della futura coalizione è aperta e problematica per ambedue i possibili partner, sia
nella SPD che nei Verdi c’è una forte opposizione della base dei partiti. Il direttivo dei
Verdi si è dimesso e bisogna vedere se il partito, ancorato soprattutto ad ovest,
sosterrà la imperterrita politica di Angela Merkel che corrisponde non solo
agli interessi
della Deutsche Bank, ma anche al diffuso desiderio tedesco di calma e ordine – che, nel 1957,
già ispirava Konrad Adenauer con il suo slogan Keine Experimente!
(Nessun
esperimento!) - finché reggerà in un’Europa sempre più caotica."
Susanna Böhme-Kuby, Venezia, Casa dei Mori 25.09.2013