domenica 14 ottobre 2012

Animalia ad excludendum

Leggere tutti i giorni i quotidiani - e in particolare la cronaca politica - risveglia in me sopiti interessi zoologici. Così, a proposito di animali (e delle nostre comuni metafore letterarie), vorrei: Un'Italia senza Gattopardi per il rispetto degli agili ed eleganti gattopardi/leopardi (i pochi veri che ancora scorrazzano per le savane africane). Un'Italia senza Iene per il rispetto di quelle, oneste e timide, che vivono e girovagano a sud del tropico del Cancro. Un'Italia senza Elefanti per il rispetto di quelli che, in carne ed ossa, hanno bisogno di spazio e non sono per nulla invadenti. Un'Italia senza avvoltoi né condor, perché ne ho visti di bellissimi sulle Ande (e non si capisce che cosa ci stiano a fare a Roma o a Venezia). Un'Italia senza parassiti - piccoli o grandi - perché sfruttano e rovinano la nostra vita; del resto, per quei microbi non ho certo rispetto, né qui né altrove, quando fisicamente uccidono in giro per il mondo. Vorrei invece (pia illusione?): Un'Italia con qualche volpe in più sull'Appennino, ma lontano, per favore, dai Palazzi del Potere. Un'Italia con qualche Leone vero, a difendere gli interessi degli umili e degli sfruttati: felini regali capaci di ruggire quando gli ipocriti si fanno insistenti e i codardi massa. E vorrei ancora e sopra tutto: un'Italia con molte donne e con molti uomini normali; persone che qui, come nel resto del mondo, vogliono vivere in pace e in giustizia e non ne possono più di alcuni propri simili che lordano il mondo e fanno vergognare il consorzio umano. Immagino così, ingenuamente, una piccola zoologia fantastica - ancora tutta da completare! -, che ci faccia vivere meglio e che ci aiuti, senza pretese, a rinnovare la nostra comune biologia politica. (GP) PS: mi scuseranno gli amici animalisti per queste zoo-esclusioni, ma alle nostre latitudini, si sa, possono comodamente stare ben altri animali, forse meno dannosi e certamente meno metaforici.

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