Il documento programmatico “Venezia metropoli sostenibile” presentato pubblicamente sabato scorso ha messo in fibrillazione più di un partito politico. Qualcuno sembra preoccupato per il carattere trasversale della proposta, qualcun altro perché con questa iniziativa – si dice – si mette in discussione il primato dei partiti nell'avanzare autonome piattaforme politiche.
Io credo invece che entrambi questi caratteri – trasversalità e autonomia dell'iniziativa politica – debbano essere accolti con favore, perché costituiscono novità sostanziali nel panorama politico e istituzionale veneziano.
Cominciamo dall'eterogeneità dei promotori e degli aderenti a questa proposta. Si tratta – è vero – di persone molto diverse quanto a storia politica, a profilo professionale e ad età anagrafica. Alcuni hanno fatto o fanno attività politica, dentro e fuori dei partiti; altri hanno partecipato negli ultimi anni alla vita associativa cittadina. Se davvero si vuole rimettere in moto un discorso politico, trasparente, positivo e dinamico, questo carattere di biodiversità costituisce un valore, non certo un difetto. A chi dice che tutto questo aumenta il grado di confusione, vale la pena ribattere che la confusione la creano coloro che ogni giorno alimentano il gossip cittadino riempiendo i giornali di vuote discussioni o aggiungendo un ennesimo nome alla lunga lista del toto-sindaco.
Quanto all’autonomia di questa iniziativa, un primo risultato è già stato raggiunto: ha provocato una forte accelerazione alla discussione interna alle segreterie dei partiti e sparigliato le carte dei notabili e degli “influenti” nostrani.
Vale la pena ricordare, a chi purtroppo ha dimenticato cosa deve essere la politica, che la società civile è di per sé autonoma: se questa si rende conto che l'apparato dei partiti è dormiente e povero di proposta politica, non può abdicare alle sue responsabilità ma deve prendere l’iniziativa. Per questo, stimolare un rinnovato dialogo, anche all'interno dei partiti, è una prerogativa irrinunciabile per una società politica viva.
Perché qualcuno dovrebbe averne paura? Perché non si dovrebbe accettare un dibattito aperto ma serrato, diretto ma civile, in grado di leggere con occhi nuovi la società veneziana, i suoi bisogni e le sue sfide?
Con la presentazione di questo documento, è stato proposto un percorso di discussione che chiama al contributo di tutti – partiti, associazioni e individui – per verificare se una sintesi di qualità è producibile, nonostante e contro le lobbies organizzate e gli interessi conservatori.
Quello che conta è la discussione sulle idee, sulle soluzioni, sulle fattibilità e sulla coerenza di quanto contenuto in questa proposta. E' un punto di inizio non di arrivo; molto può essere emendato, integrato, migliorato. Chiamiamo tutti a partecipare a questo fatto politico.
La novità di questo metodo deve però essere gelosamente custodita. E allora, per rispetto dei molti che hanno aderito, non si dica continuamente che sono i “grandi vecchi” a manovrare la nave, come se i più fossero solo degli utili idioti disposti ad essere massa di manovra delle strategie di pochi consumati strateghi. Certo, chi è convinto che la politica non sia altro che l'arte del manovrare, condendo astutamente il tutto con una buona dose di retorica, non può neppure concepire che forme nuove di partecipazione e di elaborazione politica possano apparire e consolidarsi.
Sia chiaro: vogliamo che nei prossimi mesi questo sia un dibattito davvero aperto, e non un semplice escamotage per strappare un briciolo di potere di negoziazione alle segreterie di partito e agli apparati di sempre.
Per questo occorre segnare con chiarezza chi sono i veri interlocutori di questa proposta. Vogliamo rivolgerci innanzitutto a tutti quei cittadini che in questi anni hanno abdicato alla propria voce sociale e politica. In primis, ai giovani e a quanti tra loro che, non avendo mai sperimentato luoghi pubblici di dibattito e confronto, non credono che si possano riaprire autentici spazi di democrazia. Ci rivolgiamo ai “residenti non residenti”: cioè a coloro che in questa città vivono, lavorano, studiano; ci rivolgiamo ai senza voto, ai migranti, che contribuiscono a creare ricchezza ma sembrano pressoché invisibili.
Per parlare con i molti e diversi pezzi della società veneziana occorrono forme e linguaggi nuovi. Non bastano i giornali e non bastano le assemblee pubbliche e gli incontri formali. Bisogna poter mettere in campo strumenti di comunicazione e di incontro meno lontani e più diretti; bisogna ritrovare e far ritrovare la passione della politica; bisogna parlare non solo agli interessi ma anche ai sogni e ai desideri delle persone.
Questa è politica cittadina, altrimenti rimane solo la cinica contabilità delle corporazioni e degli interessi personali di chi si occupa della cosa pubblica.
Venezia metropoli sostenibile vuole assumere questa sfida.
Se riusciremo a interpretare la domanda di nuova politica che viene dalle molte comunità e culture cittadine, se sapremo rendere libero, aperto e intelligente il dibattito politico, allora le elezioni comunali del 2010 rappresenteranno davvero un appuntamento di novità.
Allora anche i partiti e i politici di professione non potranno fare finta di niente e uno scenario inedito potrà aprirsi. Il progetto politico troverà naturalmente la propria strada: la definizione delle alleanze; il rapporto tra i partiti organizzati e i movimenti associativi; il candidato sindaco inteso non come dominus ma come garante del programma, e supportato da una squadra in grado di interpretare competenze, sensibilità e culture diverse e complementari.
Venezia può tornare ad essere un autentico laboratorio politico, perché la sua storia e vitalità non si possono esaurire nella sterile riproduzione delle attuali forme politiche. Queste pratiche sono ormai logore e improponibili.
Per questo la partecipazione politica deve essere effettiva e senza pregiudizi, senza retorica né luoghi comuni, senza deleghe e senza capibastone. Provare in questo momento non costa nulla ma può dare interessanti risultati.
Giampietro Pizzo
sabato 3 ottobre 2009
Il metodo fa la differenza
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2 commenti:
Ho seguito con attenzione il dibattito di questi giorni sul futuro di Venezia e sul percorso in vista delle prossime elezioni amministrative del 2010.
Il PD veneziano è impegnato a sviluppare un’idea di città e una proposta di governo del territorio. Come vediamo le istanze dei cittadini, oggi, sono espresse anche da una miriade di soggetti più o meno istituzionali che raccolgono persone che esprimono in ciascuno di essi le loro passioni, interessi, preoccupazioni. Associazioni e gruppi di riflessione che si occupano di aspetti culturali, sociali, economici e politici nei modi più diversi: dalla riflessione pura, all’azione diretta. La società in cui viviamo, come veneziani, italiani ed europei, ha conosciuto una fortissima trasformazione negli ultimi decenni e le forme della rappresentanza politica e sociali si sono evolute di conseguenza.
Il PD è nato anche in considerazione di questa trasformazione, istituendo le primarie come un passaggio fondamentale per la definizione dei suoi rappresentanti amministrativi e politici; lo dimostra il fatto che proprio in questi giorni il partito è impegnato nella realizzazione delle primarie per individuare la propria futura classe dirigente. Non è una guerra interna come qualcuno vorrebbe far credere ma, al contrario, la volontà ferma di coinvolgere i cittadini, di aprirsi alla società, di mettersi a disposizione della gente per farsi valutare, votare e giudicare. Non credo sia un obiettivo di poco conto e nemmeno una dimostrazione di chiusura del PD in se stesso, tutt’altro. Certo, non è un percorso semplice, richiede i suoi tempi ma sono convinto che sarà un percorso che aiuterà il PD, tutto il centrosinistra e, soprattutto, i cittadini.
Anche nel dibattito su Venezia e nella costruzione di un progetto di città e di un’idea di governo del territorio il PD ha impostato e vuole attuare un metodo nuovo dove non è il partito che arriva con il programma pronto da far votare alla città ma, al contrario, costruisce insieme agli altri soggetti il futuro della città dopo aver ascoltato ed essersi confrontato con tutte le istanze del territorio.
Il questi giorni il PD, attraverso i suoi organi, sta predisponendo un documento che porrà all’attenzione degli altri partiti del centrosinistra e di tutta la città, le categorie, le associazioni, i movimenti, i cittadini per modellarlo e costruirlo INSIEME. E’ una sfida importante ed un metodo nuovo che il PD fa propri nella consapevolezza che oggi i partiti, nessun partito, non sono più il luogo esclusivo della rappresentanza politica.
Il PD è convinto che il primato da affermare non sia quello dei partiti bensì quello della politica, della politica con e per i cittadini, e se tutti i soggetti che oggi intendono dare un contributo al dibattito per il futuro di questa città saranno animati dalla stessa convinzione allora potremo davvero INSIEME costruire una nuova idea di città per i prossimi decenni.
Nessuna paura dunque e nessuna fibrillazione da parte del PD rispetto all’iniziativa di “Venezia Metropoli sostenibile” e rispetto alle altre che stanno emergendo in città con le quali il PD, che ho il compito e l’onore di rappresentare, intende confrontarsi in modo aperto e serrato sui contenuti e sulle proposte.
Sarebbe però poco utile costruire steccati e contrapposizioni fra partiti e società civile, come se i primi fossero il contenitore di tutti i mali e la seconda invece l’unica vera portatrice della verità e del rinnovamento; abbiamo già vissuto la stagione di negazione dei partiti e tutti ricordiamo dove ha portato.
(prima parte)
Alessandro Maggioni – Coordinatore Comunale PD Venezia
(segue)
Io credo ci sia bisogno di entrambi: della società civile come elemento indispensabile di elaborazione politica, di stimolo e di coinvolgimento e dei partiti come luogo di sintesi politica delle istanze del territorio; insieme la sommatoria delle due parti deve portare ai progetti e alle proposte di governo.
Il tutto dovrà avvenire con regole e percorsi costruiti insieme e condivisi, in modo serio, trasparente e onesto senza secondi fini e senza scorciatoie e con l’attenzione, che tutti dovremo avere, che tali percorsi non vengano strumentalizzati e usati da chi cerca strade nuove per continuare a mantenere il proprio potere…
Se sapremo INSIEME essere i protagonisti di questo percorso allora faremo un grande servizio alla nostra città “…nonostante e contro le lobbies organizzate e gli interessi conservatori…” (L’Intervento di Giampietro Pizzo, Nuova Venezia del 2 ottobre) e saremo in grado di rilanciare un grande futuro per Venezia, se invece ci perderemo (tutti) nelle troppo facili polemiche e strumentalizzazioni credo che né i partiti né la società civile potranno da soli cambiare e migliorare le cose.
Alessandro Maggioni – Coordinatore Comunale PD Venezia
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